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al testo di Fabrizio Bregoli
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La sera quando torni a casa e un’imprigionata cappa di silenzio un accumulo d’assenze t’investe e ricordi di non essere un eroe accendi la televisione, la lasci - purché parli – parlare, ravvivi le pareti con la consueta lampada ti siedi sul divano, riconosci le foto i quadri, le piante, gli swarovski un poco più impolverati, lo sguardo miseramente ieratico dei peluche e l’ordine pazientemente custodito, ti chiedi se sia consuetudine questa estraneità a sé stessi il sentirsi altri da sé e il non poterlo il non volerlo essere perché è questo vuoto più cercato che fuggito a renderti chi sei. |
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